E' ormai consolidata in ambito psicologico l'idea che i bambini, specie nell'età della scuola dell'infanzia, sono esseri con una particolare rappresentazione del mondo e del rapporto tra sé stessi e la realtà esterna, e di conseguenza con modalità di ragionamento proprie e caratteristiche peculiari. Proprio queste caratteristiche favoriscono la creatività nel bambino che deve essere sostenuta nel tempo per non disperdersi in età adolescenziale ed in età aulta, ma si trasformi con il mutare delle modalità di pensiero e vada a supportare anche il ragionamento logico. Ecco alcune indicazioni per favorire la creatività nel bambino che possono essere adottate sia a casa che a scuola:

- Non fornire giocattoli molto strutturati con i quali si può giocare solo in un modo, in maniera ripetitiva. Dare, piuttosto, dei materiali grezzi che possano essere usati in modi differenti.

- Coltivare la capacità di osservazione dei bambini, guidandoli a "vedere" ciò che hanno davanti anche da altre angolazioni per osservare gli aspetti meno evidenti.

- Dare spazio e tempo al bambino per giocare, da solo o coi altri, in un ambiente traiquillo, poichè la ristrutturazione creativa richiede calma.

- Resistere alla tentazione di intervenire dando la soluzione quando il bambino sta tentando, magari senza riuscirvi, di risolvere un problema nella vita quotidiana.

- Ridurre l'esposizione a smartphone, tablet e TV poichè la loro partecipazione a questa attività è sostanzialmente passiva.

- Fare giochi del tipo: "Come si potrebbe usare quest'oggetto?"

- Non prendere mai in giro i bambini per le loro domande poichè, per quanto bizzarre possano sembrare, sono indice di curiosità che è la base della creatività.

- Divertirsi con i bambini ad inventare giochi e parole nuove, a trovare similitudini e metafore.

 

Riferimenti bibliografici: - Bombi A.S., Pinto G. (2001), "Lo sviluppo cognitivo". In Fonzi A. (a cura di), Manuale di psicologia dello sviluppo, Giunti, Firenze, 2019, pp. 126-191. - Bonino S. (2019) "L'immaginazione nei bambini" in Psicologia Contemporanea n. 274, pp. 20-25.

 

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